Lucugnano: un paese del Capo di Leuca
di Marco Cavalera
Lucugnano è una distesa di bianche e basse case, protetta idealmente da due colline che si ergono ad Oriente e ad Occidente (fig. 1).
Fig. 1- Lucugnano vista da Est (loc. Petrì-Alfarano).
Lucugnano si apprezza meglio ammirandolo dall’alto della Serra dei Cianci, oppure soffermandosi su un terrazzamento dell’antichissima zona dei Patri (fig. 2), laddove vi erano vasti fronti di cave di argilla, abbandonate da molti anni alla stregua dell’attività di estrazione e lavorazione di questa preziosa materia prima che, secondo una tradizione romantica, pare abbia dato origine anche al nome del paese.
Fig. 2 – Lucugnano vista dalla collina ad est del paese.
Il borgo
Tante chiese e alcuni palazzi storici danno lustro ad un centro storico che si può immaginare più che vedere: un castello di cui si hanno pochissime notizie e per questo è intriso di fascino e mistero, una residenza nobiliare che nei decenni mediani del Novecento ha irradiato cultura ed elargito ospitalità ad intellettuali e gente comune (fig. 3).
Fig. 3 – piazza di Lucugnano (foto di Fernando Manni).
Passeggiando negli stretti vicoli del nucleo più antico del paese si ammirano le tipiche case a corte, piccole abitazioni che si affacciano su un cortile interno, spazio comune dove si svolgeva la maggior parte della vita sociale dei tempi passati.
Un’epigrafe su via dei Vasai richiama l’episodio biblico di Susanna e i vecchioni (fig. 4).
Fig. 4 – epigrafe in via dei Vasai n. 40 (foto di Fernando Manni).
Un’iscrizione sulla facciata della Cappella di Santa Croce invita i pellegrini a fermare il passo (fig. 5).
Fig. 5 – facciata della cappella di Santa Croce con epigrafe.
Il territorio
Ma le scoperte più interessanti di Lucugnano si effettuano nel territorio circostante. Numerose sono le cavità che si aprono nella tenera roccia e raccontano un’intensa attività estrattiva che si è protratta nel corso dei secoli (fig. 6). Dall’argilla cavata in loco si realizzavano manufatti poveri ma indispensabili per la vita quotidiana delle persone: tegole per le case, contenitori per uso alimentare, suppellettili per le umili dimore.
Fig. 6 – fronte di cava di argilla in località Petrì-Alfarano.
Frammenti di memoria collettiva riportano alla luce tragici eventi di “incidenti sul lavoro” durante l’estrazione dell’argilla, avvenuti nella prima metà del secolo scorso.
Ai piedi di un uliveto, nei pressi di Bosco Martella, frammenti di archeologia giacciono nella terra rossa: ceramica romana proveniente dalla sponda opposta del Mediterraneo (fig. 7).
Fig. 7 – paesaggio nei pressi del “Bosco Martella”.
I monumenti
Alcune dimore storiche, la Parrocchiale e diverse cappelle di notevole pregio artistico impreziosiscono il centro abitato di Lucugnano, dove si respira un’autentica e suggestiva realtà di borgo del Capo di Leuca.
Su Piazza Comi si affaccia la maggior parte dei tesori artistici del paese, sorvegliati dal palazzo baronale, ampliato nel XVI secolo dai Capece inglobando la torre di difesa a base quadrata che risale al basso Medioevo[1] (fig. 8, 9).
Fig. 8 – Castello di Lucugnano.
Fig. 9 – Torre del castello (foto di Fernando Manni).
Di fronte al castello è stata eretta, nel 1921, la colonna del protettore Sant’Antonio da Padova, in origine molto più alta di quella attuale, restaurata e ricollocata settanta anni dopo in un punto più decentrato della piazza (fig. 10).
Fig. 10 – Colonna di Sant’Antonio (foto di Fernando Manni).
Sul lato meridionale troviamo Palazzo Comi, costruito intorno alla metà del XIX secolo dall’omonima famiglia baronale e appartenuto – fino al 1961 – a Girolamo Comi, uno dei poeti più rappresentativi del panorama letterario salentino del Novecento (fig. 11).
Fig. 11 – Palazzo Comi (foto di Fernando Manni).
La Parrocchiale di Lucugnano è dedicata a Maria Santissima Assunta in Cielo (fig. 12). Non si conosce la data di costruzione ed è stata più volte oggetto di interventi edilizi: agli inizi del XVII secolo, nei primi anni dell’800 e nel 1985.
Fig. 12 – Chiesa madre di Lucugnano.
Lucugnano, inoltre, annovera tra i suoi edifici religiosi il Santuario della Madonna Addolorata (1763) e le cappelle dedicate a:
- Santa Croce (XVI secolo, fig. 13).
Fig. 13 – Cappella di Santa Croce con la colonna (foto di Fernando Manni).
- Madonna delle Grazie (XVII secolo, fig. 14).
Fig. 14 – Cappella della Madonna delle Grazie.
- San Giuseppe (1783, fig. 15).
Fig. 15 – Cappella di San Giuseppe.
- San Rocco (1969).
- Santa Cesarea (fig. 16), ormai non più adibita al culto, lontana dal centro abitato lungo l’antica via che collega Specchia a Tutino.
Fig. 16 – ruderi della Cappella di Santa Cesarea (foto di Fernando Manni, marzo 2004).
- San Francesco Saverio, costruita nel 1719[2], restaurata di recente e riconsegnata alla comunità il 31 luglio 2010 (fig. 17).
Fig. 17 – Cappella di San Francesco Saverio (foto di Fernando Manni).
Quest’ultima sorge su via dei Vasai, antica strada che serba nel nome la principale attività artigianale del paese.
L’edificio di culto si addossa ad una casa a corte (civico 40), sulla cui porta d’ingresso vi è un’epigrafe poco leggibile ma abbastanza chiara nei contenuti, che chiama in causa un celebre episodio biblico dell’antico Testamento (fig. 4). Si tratta della storia di Susanna e i vecchioni, la moglie fedele e casta di un ricco ebreo che spesso apriva la sua dimora per incontri conviviali. Tra gli ospiti abituali vi erano due vecchi giudici viziosi che tentarono di molestare la donna mentre si accingeva a farsi un bagno. I due minacciarono di denunciarla come fedifraga se non avesse concesso loro le proprie grazie; la donna non si arrese al ricatto e affrontò il giudizio; ormai prossima alla lapidazione, venne salvata da Daniele, il futuro profeta[3].
Note
[1] Il confronto con altre torri fortificate dell’area sud-salentina (ad esempio Racale, Felline, Barbarano, quest’ultimo eretto dalla famiglia Capece) permette di ipotizzare una datazione compresa tra il XIV e il XV secolo.
[2] Data riportata nell’iscrizione sull’architrave della Cappella: “aedem quam cernis, ponunt, sacrantque fideles 1719”.
[3] http://www.settemuse.it/arte/storia_di_susanna_e_i_vecchioni.htm.
Bibliografia
Cavalera M., Lucugnano e il suo territorio. Storia, archeologia e paesaggio di un paese del Capo di Leuca, Tricase 2014, pp. 80.
Ringraziamenti
Desidero esprimere al Centro Culturale Ricreativo Sportivo Lucugnanese che mi ha dato la possibilità di pubblicare le ricerche sui siti del nostro paese e, in particolare, il presidente Fernando Manni che ha prodotto, con pazienza e passione per il proprio paese, la documentazione fotografica del libro. Insieme ad Antonio Giannuzzi ha svolto i sopralluoghi sui siti.